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Accademia dei Fisiocritici Onlus Siena
ASSOCIAZIONI LOCALI
Il 17 marzo 1691 nella libreria dello Spedale di Santa Maria della
Scala, Pirro Maria Gabbrielli, docente di Medicina e di Botanica
nell'Ateneo senese, insieme con alcuni allievi, dette vita
all'Accademia delle Scienze di Siena con l'intento di offrire una
interpretazione sperimentale del mondo fisico: scelta questa
antiaristotelica che si inseriva nel rinnovamento culturale e
scientifico europeo. Per gli Accademici fu coniato il termine
"Fisiocritici", fondendo le parole greche physis (natura) e
criticos (giudici), a sottolineare che lo scopo degli scienziati
aderenti all'Accademia era quello di "scrutinare ed indagare con
giudicio i segreti della natura e quasi come giudici ributtare
dalle scienze naturali ciò che è falso per meglio
apprendere quello che è vero". La pietra di paragone con cui
si distinguevano l'oro e l'argento veri da quelli falsi divenne
l'emblema della nuova Istituzione, mentre per motto furono scelte
le parole "veris quod possit vincere falsa" tratte dal De rerum
natura di Lucrezio Caro, filosofo e poeta latino vissuto nel I
secolo dopo Cristo. Trasferita la sede in una sala della Casa della
Sapienza (1694), i primi anni furono assai dinamici, sia nella
presentazione di "memorie", sia con la costruzione di
apparecchiature scientifiche. Gli Accademici riprodussero infatti
una macchina per dimostrare l'esistenza del vuoto e la adoperarono
per pubbliche apprezzate dimostrazioni. Successivamente idearono
l'"eliometro fisiocritico", una complessa meridiana per la
misurazione del tempo e per osservazioni astronomiche. La vita
dell'Accademia ebbe alterne vicende, con periodi di grande
attività e periodi di torpore, in quanto condizionata anche
da vicende politiche. Nella seconda metà del XVIII secolo si
ebbe un nuovo periodo di operosità, e fu possibile
pubblicare gli Atti, che raccoglievano le comunicazioni tenute
nelle sedute pubbliche. Le vicende politiche della fine del
Settecento e un terremoto che provocò notevoli danni alla
sede dell'Accademia, ne limitarono l'attività, che riprese
solo dopo il trasferimento nella attuale sede (1816). Dopo un
periodo di difficoltà economiche, la vita accademica si
riaccese con vigore, nella nuova sede venne costruita una nuova
meridiana e alla metà dell'Ottocento fu costituita una
sezione agraria. Con la proclamazione del Regno d'Italia, la vita
dell'Accademia si stabilizzò in una coesistenza con
l'Università, alla quale dette in uso alcuni locali per
Istituti universitari e il terreno di sua proprietà per
l'Orto Botanico. Durante l'Ottocento ebbe un notevole sviluppo,
attraverso varie donazioni, il Museo di Storia Naturale. Nella
prima metà del Novecento fu prevalente l'attività
medico-biologica che permise all'Accademia di conquistare un posto
nelle scienze mediche italiane contemporaneamente all'affermarsi
della Facoltà Medica di senese. Faticosa fu la ripresa nel
periodo del Dopoguerra: la pubblicazione degli Atti rimase l'unica
attività. Con l'istituzione nell'Università della
Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali (1963) e
il conseguente sviluppo di discipline naturalistiche, l'Accademia
riprese vigore tornando allo spirito delle origini, riaprendo il
suo Museo e organizzando con continuità iniziative
culturali.