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Giuseppe Partini
POLIVALENTE (5 maggio 1842 - 14 novembre 1895)
Purismo Senese
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Giuseppe nacque a Siena nel 1842 da Giovambattista, intagliatore, e Bonizella Rossi, sarta. A causa delle ristrettezze economiche in cui viveva la famiglia, non poté compiere studi regolari ma fu direttamente avviato apprendere, presso uno zio capomastro il mestiere di muratore. Il talento e la passione per l’architettura dimostrati, convinsero successivamente i genitori a iscriverlo, nel 1857, all’Istituto d’arte di Siena, dove studiò sotto la guida di Lorenzo Doveri, direttore del corso di architettura, e di Giulio Rossi, che gli trasmise il gusto e i fondamenti teorici del neogotico.
Appena terminati gli studi e a seguito della morte del suo maestro Rossi, a soli 19 anni, ereditò , il cantiere della cappella funeraria voluta dal marchese Ferdinando Pieri Nerli nella sua villa di Quinciano, vicino a Lucignano d'Arbia. La cappella, realizzata in laterizio e pietra serena, secondo i canoni del romanticismo declinato in chiave neogotica, fu talmente apprezzata da consacrare il giovane Partini come architetto di riferimento per le principali commesse pubbliche e private. Incarichi finalizzati sia al restauro che alla costruzione di nuovi edifici nei successivi tre decenni sia a Siena che in Italia.
Alcuni dei suoi molteplici impegni professionali furono:
1865 - 1868 Collocazione della nuova Fonte Gaia in Piazza del Campo,
1865 - 1876 Restauro Ospedale di Santa Fina a San Gimignano,
1867 - 1895 Restauro della facciata e della cupola del Duomo di Siena,
1870 Restauro Ospedale di Montalcino,
1871 - 1879 Ristrutturazione complessiva della Piazza e del Palazzo Salimbeni a Siena,
1878 - 1881 Restauro del Palazzo Comunale di San Gimignano,
1883 Restauro del cortile del Palazzo Pubblico di Siena,
1883 - 1885 Restauro della Collegiata di Asciano,
1887 - 1894 Restauro della Basilica di San Francesco a Siena.
Il Partini è sicuramente da annoverare fra i principali esponenti del movimento Purista, assieme alle figure di: Luigi Mussini, Alessandro Franchi, Cesare Maccari, Tito Sarrocchi e Amos Cassioli.